STORIE DI BACKSTAGE

ALE, FRANZ…E HITCOCK

backstage

A volte la vita mi sorprende con situazioni davvero inaspettate. A volte è come se i sogni che avevo da bambina improvvisamente si materializzassero, una volta dimenticati.

Quando ero alle superiori, io e mio padre non ci perdevamo una puntata di Zelig. Quanto era bello ridere assieme sul divano! E lo guardavamo, tutto, fino alla fine, perché alla fine c’erano loro, Ale e Franz, o meglio dire Fitz e Gin. Adoravamo quel loro schetch!

Ale e Franz backstageE poi passano gli anni, più o meo 20, e dal Friuli, mi ritrovo a vivere a Milano. E accade un giorno, che. Mi trovo in un ristorante minuscolo in zona Bovisa, che nel tavolo accanto al mio vedo seduti proprio loro: Ale e Franz! Un colpo al cuore!!! Però non volevo fare quella che si alzava per andare a chiedergli un autografo…mi sembrava una cosa priori fuori moda 😉
Così io mio cervello stava elaborando una strategia per poterci almeno parlare un pochino, quando vedo Ale che si alza dal tavolo, e va fuori a fumare.
Bingo! Esco anche io e, gli scrocco una sigaretta (che non passa mai di moda!) e da li cominciamo a chiacchierare, ci scambiamo i numeri, ci teniamo in contatto e diventiamo amici!

Che strano pensare a me da ragazzina sul divano ad aspettare di vederli in tv ed ora li conosco!
Ma questa è solo la premessa per raccontarvi di un giorno preciso in cui è successa una cosa che ha ancora di più dell’incredibile.

Quel giorno avevo appuntamento in una sala di posa con Ale e Franz per realizzare un servizio fotografico da cui avremmo poi selezionato le foto per la locandina del loro nuovo tour Comincium. Prima tappa imprescindibile: caffettino al bar, tutti assieme. Mentre eravamo li tra chiacchiere e caffè, Franz guarda fuori dalla finestra e fa una faccia strana. La luce esterna si incupisce, come se fosse improvvisamente nuvolo. Ci giriamo tutti e a bocca aperta usciamo dal bar. Uno spettacolo raccapricciante! Uno stormo di uccelli, proprio come nel film di Hitchcock, si abbatte sulla strana e sulle macchine che passavano. Una scena davvero splatter di cui non vi mostrerò foto per lasciarvi dormire sogni tranquilli…perché che impressione! Non capivamo come fosse possibile. Era come se perdessero quota e non riuscissero in alcun modo a risalire da quell’atterraggio nefasto.

Usciamo di corsa a soccorrerli schivando le macchine e lasciamo i sopravvissuti nelle mani della protezione animale. Sgomenti torniamo al bar, paghiamo i caffè ed andiamo finalmente a fare il nostro servizio fotografico: varcata la soglia della sala posa è stato come entrare in un’altra dimensione, quella giusta! Quella in cui dovevamo essere! E il servizio è andato benissimo. Però a pensarci che ricordo assurdo!

Anna Antonelli

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