STORIE DI BACKSTAGE

PERCHÈ OSPITARE UNA TROUPE CINEMATOGRAFICA IN UNITÀ SPINALE

La troupe cinematografica che ha soggiornato per alcuni giorni presso l’Unità Spinale sta lavorando a un film thriller intitolato “Spyne”, scritto da Paolo Fittipaldidiretto da Anna Antonelli e prodotto da Creations Factory con il supporto di Liguria Film Commission presso cui hanno vinto il bando FILSE per produzione cinematografica.

Il film, pur essendo un thriller, affronta la storia di una persona con lesione al midollo spinale, il che rappresenta un’opportunità unica per far conoscere al grande pubblico l’esistenza del nostro reparto e, più in generale delle Unità Spinali. La scelta di ambientare alcune riprese in questo contesto non solo garantisce visibilità alla struttura, ma contribuisce a sensibilizzare una vasta audience su un tema complesso come la mielolesione, portando all’attenzione di molti le sfide riabilitative che i pazienti affrontano quotidianamente.

Rispetto a un docu-film interamente dedicato alla mielolesione, che si rivolge principalmente a un pubblico di nicchia composto per lo più da addetti ai lavori, operatori sanitari o persone direttamente interessate, un film di genere come il thriller ha il potenziale di raggiungere un’audience molto più ampia. Questo implica una maggiore diffusione del tema della riabilitazione, pur non trattando l’iter riabilitativo in modo dettagliato e scientificamente ineccepibile.

Il vantaggio principale di un film di finzione è che, grazie alla sua trama accattivante e alla popolarità degli attori coinvolti, può attirare l’interesse di spettatori che altrimenti non avrebbero mai approfondito tematiche come la lesione spinale e il percorso riabilitativo. Questo allargamento del bacino d’utenza permette di raggiungere persone che non frequentano abitualmente documentari o programmi informativi di tipo medico. Anche se il film non offrirà una rappresentazione accurata e dettagliata del processo riabilitativo include tuttavia scene che mostrano processi di riabilitazione, offrendo al grande pubblico informazioni su come avviene il recupero funzionale dopo una lesione al midollo spinale.

Un altro aspetto da considerare è l’impatto emotivo che il film può avere. Un’opera di finzione ha la capacità di creare un legame emotivo tra il pubblico e il tema trattato, aumentando così la consapevolezza e l’empatia verso le persone con lesioni spinali. Questo tipo di coinvolgimento emotivo può avere un effetto più duraturo rispetto ad un documentario, spingendo lo spettatore a riflettere non solo sul caso narrato nel film, ma anche su casi reali e sulle difficoltà affrontate dalle persone para e tetraplegiche nella vita quotidiana.

Valorizzazione del personale medico e sanitario.
Le riprese non metteranno in luce solo il reparto in sé, ma anche il lavoro dei professionisti che vi operano, mostrando il loro impegno e la loro competenza nel prendersi cura dei pazienti con lesioni spinali. Questo può contribuire ad accrescere il senso di orgoglio del personale e migliorare l’immagine dell’intera struttura sanitaria.

Impulso all’integrazione sociale e alla destigmatizzazione.
Vedere un ambiente di cura rappresentato in un contesto cinematografico può contribuire a ridurre lo stigma associato alla disabilità, promuovendo una visione inclusiva e rispettosa delle persone che vivono con lesioni spinali e altre disabilità. Questo può influire positivamente sul modo in cui il pubblico percepisce queste persone nella vita quotidiana.

Incremento della visibilità della struttura nel panorama cinematografico e mediatico.
La partecipazione a un progetto cinematografico può posizionare l’unità spinale come un punto di riferimento per eventuali future produzioni, attrarre progetti educativi o documentaristici e favorire collaborazioni con case di produzione o organizzazioni interessate a promuovere temi legati alla salute.

Effetto terapeutico sulla psiche dei pazienti.
Oltre alla distrazione e alla rottura della routine ospedaliera, la presenza di una troupe cinematografica può fornire ai pazienti un’esperienza che può alleviare la monotonia e la tensione legate al ricovero prolungato. La curiosità e l’eccitazione per un evento inusuale potrebbero addirittura avere effetti benefici sull’umore dei pazienti e favorire un atteggiamento mentale più positivo durante la riabilitazione.

Promozione della collaborazione tra arte e sanità: Questa iniziativa dimostra una sinergia tra due ambiti apparentemente distanti come l’arte e la medicina. Il cinema può essere uno strumento potente per raccontare storie di resilienza e recupero, e permettere le riprese nel reparto può essere visto come un modo per sostenere la narrazione positiva della vita e della salute.

Avendo seguito e monitorato da vicino , come mio dovere, le interazioni tra il team sanitario e la troupe cinematografica, posso testimoniare come una prima trasformazione nell’atteggiamento di regista, attori fonici, attori , truccatori e tanti altri collaboratori (i cui nomi non ho ancora imparato) sia già avvenuto con il passare dei giorni all’interno del reparto. Il livello di conoscenza del problema è sicuramente aumentato in tutti loro. Questa è una prima pietra per la costruzione di creazioni artistiche sempre più vicine alla realtà dove una informazione corretta si sposa con il genio creativo dell’artista che rende piacevole ed interessante “ascoltare “ la narrazione.

Il contatto diretto con le dinamiche di un contesto complesso di cura e riabilitazione come quello dell’Unità Spinale ha suscitato in tutti loro curiosità che, una volta appagate, determineranno la base per creazioni artistiche sempre più attinenti alla realtà.

Hanno iniziato a percepire più chiaramente le sfide quotidiane, le emozioni e le storie personali che si intrecciano in un ambiente così delicato. Questo contatto contribuisce a una crescita non solo professionale ma anche umana, favorendo una narrazione che diventa sempre più aderente alle complessità della “riabilitazione della persona”.

Si costruisce così un terreno fertile per la creazione di opere artistiche che, pur mantenendo il tocco creativo dell’artista, riescono a trasmettere informazioni corrette e dettagliate riguardo a tematiche sanitarie. Questa è una base fondamentale per raccontare storie autentiche, capaci di ispirare, sensibilizzare e avvicinare il pubblico a realtà difficili, rendendo “piacevole” l’ascolto e la comprensione di temi complessi.

Inoltre, questa collaborazione può contribuire a rompere lo stereotipo di una medicina distante e tecnica, mostrandola invece come un percorso umano, dove i pazienti sono protagonisti e le loro storie diventano centrali. L’arte, in questo senso, ha la capacità unica di umanizzare la medicina, di raccontare la cura come un atto profondamente relazionale, in cui emozioni, empatia e umanità giocano un ruolo fondamentale.

In conclusione, l’iniziativa di promuovere la collaborazione tra arte e sanità rappresenta una prima pietra per edificare una narrazione sempre più vera e profonda del mondo della salute. La fusione tra corretta informazione e creatività artistica può infatti educare, emozionare e, in ultima analisi, contribuire a un cambiamento positivo nella percezione sociale della medicina, del malato e del processo di cura.

Spero di aver fatto la scelta giusta nell’aver facilitato la partecipazione del team dell’Unità spinale a un progetto cinematografico di ampio respiro.

Qualche sacrificio aggiuntivo è stato richiesto ai professionisti del reparto (medici, infermieri, OSS, fisioterapisti, psicologi e personale amministrativo) che si sono dovuti sobbarcare qualche limitazione in più al proprio agire, per far spazio alle esigenze della troupe cinematografica.

Spero però che, se non nell’immediato almeno nel medio termine, il loro sacrificio possa essere ripagato da un’eco mediatica che porti un vasto pubblico a conoscere il complesso ambito di interazioni umane che si crea all’interno dell’Unità Spinale, la resilienza dei pazienti e delle loro famiglie, l’abnegazione dei professionisti e le sfide che questi devono affrontare .

Antonino Massone
Primario dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure

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